Allora, a quanti di voi è capitato di scollinare dalla superstrada FI-PI-LI e passare da Cerbaia Val di Pesa e poi San Casciano, per riscendere sul raccordo autostradale Firenze-Siena? Bene, la prossima volta vi invito a pare un pensierino, magari la sera, al ritorno, a fare una sosta “gourmet” alla Tenda Rossa. Storico locale toscano nel quale il piacere del cibo si fonde perfettamente con un’accoglienza raffinata, gentile, elegante, che si trova proprio nella piazzetta principale di Cerbaia.
Sotto quella “Tenda” – si fa per dire – nei decenni si sono consumati riti e rituali gastronomici ed enologici di altissimo pregio e il locale rappresenta per tutti gli esperti e i gourmet del settore enogastronomico un vero e proprio tempio del buon gusto, in tutti i sensi.
Dopo tante promesse di tornare alla Tenda Rossa fatte a Natascia, elemento più mediatico delle famiglie Santandrea e Salcuni, ma anche a Maria, Barbara e Cristiana, incontrate spesso in giro per manifestazioni e cose affini, ieri sera mi sono lasciato coinvolgere in un bellissimo itinerario culinario, e vengo subito al dunque raccontando che cosa si può mangiare e bere alla Tenda Rossa.
Intanto è bene che si sappia che si viene sempre accolti con un flute di ottimo Champagne, che cambia spesso, per il piacere di proporre sempre nuove chicche e non soltanto grandi nomi (quelli non mancano mai), ma che non delude mai, quale esso sia. Quindi tutto ha avuto inizio con un piacevole brindisi fatto con Silvano Santandrea a base di Marguet – Ambonnay 2009 Grand Cru. E la sensazione che tutto stava iniziando più che bene stava diventando sempre più una certezza.
Dopodiché, dopo aver parlato con lo chef, anzi la chef, bugiarda, la quale mi aveva assicurato che mi avrebbe preparato solo i “due piatti” che avevo scelto, mi è stato portato il primo assaggino per farmi calmare e arrivare all’antipasto. Una simpaticissima CARAMELLA DI SALMONE SELVATICO RIPIENA DI FORMAGGIO AROMATIZZATO AL GINGER e insieme un MACARON AL BURRO, ACCIUGHE E MENTA.
Dopo poco, vedo in arrivo dalla cucina il primo piatto, questo scelto da me: una TARTARE DI CALVANA INTERPRETATA IN TRE MODI DIVERSI. Un piatto molto intrigante in quanto a sapore, tante sfaccettature gustative che rendevano i tre assaggi di tartare a dir poco, appaganti. Con questo gioiellino, Natascia mi propone un particolare e “nuovo” Rosato di Antinori” etichettato con una bella “A”, nemmeno a farlo apposta. Poche bottiglie di un vino dato in prova ad una ristretta cerchia di ristoranti toscani per valutarne poi la gradevolezza insieme ad una clientela selezionata. Buono, interessante, molto fresco in quanto ad acidità ma al tempo stesso dotato di un suo equilibrio. Un buon accompagnatore di tartare, senza dubbio.
Dopo la Calvana, arrivano dei TORTELLI RIPIENI DI PATATE E TARTUFO BIANCO DI SAN MINIATO CON SALSA E LAMELLE DI OVULI E ANCORA TARTUFO A SCAGLIE, SOPRA. “Tartufo imperat”, quindi, in una piacevole fusione con le patate e gli ovuli. Che dire…..se ne potrebbero mangiare diversi di questi tortelli perché sono così piacevoli e al tempo stesso non saziano a livello gustativo. Un ottimo equilibrio tra gli ingredienti.
Con questo piatto arriva in un nuovo calice un “Confini” di Lis Neris che con il suo blend di Traminer, Riesling e Pinot Grigio accompagna molto bene questo piatto decisamente profumato di tartufo e sottobosco, con una vera e propria festa di aromi e freschezza nel bicchiere e al palato.
Dopo i tortelli è il momento di gustose SACCHETTE RIPIENE DI ANATRA MUTA SU SALSA DI SUSINE E NOCCIOLE. Altro piatto sul quale, soltanto raccontato, si potrebbe disquisire in quanto a contrasti più o meno dubbiosi, ma che invece, una volta assaggiato, dubbi e timori vengono fugati da un piacere di palato davvero inaspettato e quindi, un piatto da provare per i gourmet più temerari e gli esploratori di gusti nuovi. Insieme a questo piatto, nel bicchiere, stavolta ci finisce una Malvasia Nera, del Greppi di Silli, di Mercatale (quindi a due passi dal ristorante). Un vino molto particolare, del quale ne sono state prodotte solo 95 bottiglie, e Natascia mi comunica che stavamo assaggiando la numero 43. Che dire….abbinamento azzeccato, anche in questo caso, con un vino che è tutto un programma, con i sui fruttati maturi e non, che scatenano una bella gara tra naso e palato.
E come poteva mancare un PETTO DI PICCIONE GRIGLIATO SULLA BRACE ma prima cotto in parte a bassa temperatura, CON VERDURE PASSITE E MOSTO D’UVA. Presenti nel piatto anche due COSCETTE DISOSSATE E INFILZATE IN DUE SPIEDI, saporite e ricche di gusto. Tra l’altro, saputo dopo, farcite in parte con i fegatini dello stesso piccione, sacrificato per un bellissimo piatto ricco di sapore. Chiudiamo gli abbinamenti con un classico Toscano come un Castello di Fonterutoli Magnum dei Marchesi Mazzei. Un Chianti Classico ottimo, (l’annata non la ricordo più) scelto in abbinamento a questo piatto, con molta sapienza.
E dulcis in fundo…….? Niente dessert, perché “un ce la facevo più”!!!!!! Tra il disappunto di Cristian, l’artista che firma tutte le “dolci” creazioni e le minacce degli altri componenti dello staff di sala….!
Bellissima esperienza culinaria, con una cucina in piena forma, Natascia e Cristiana in sala, anch’esse in forma come sempre e diversi altri clienti ai tavoli ad animare l’atmosfera e a godere della meravigliosa accoglienza che solo le “genti” della Tenda Rossa sanno dispensare a chi ha la fortuna di fare una sosta nel loro ristorante.
Se passate da quelle parti, prendetevi un po’ di tempo tutto per voi e fatela una sosta gourmet, ne vale davvero la pena!
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